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La vista delle volte di chiese e palazzi, di stazioni o mausolei, di scuderie o di musei che Anna Vivante intreccia con un rigore e un'insistenza degni della musica seriale, ha in sé qualcosa di conturbante. Come ogni serie basata sulla ripetizione, quest'insieme sollecita prepotentemente il nostro immaginario, trascendendo il mondo delle forme per ingenerare, suo malgrado, nuovi e stupefacenti significati. I secoli e gli stili vi si mescolano con una disinvoltura che si beffa delle nostre ificazioni e datazioni, rivelando quanto la nostra concezione del tempo estetico sia accademica, i, quali siamo, di un caleidoscopio capace di ibridare geneticamente le grandi correnti artistiche assato, e di farle rivaleggiare con quelle contemporanee.